Frenák Company, Birdie

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Confinamento e isolamento, libertà e infinito. Le strutture coreografiche cariche di emozioni di FrenÁk utilizzano forme di movimento dinamiche per guadagnare visibilità e catturare il pubblico. Lo spettacolo si muove sul confine tra cruda realtà e visioni immaginarie, dove ascoltare le nostre voci interiori richiede un atto inconscio di equilibrio al limite della follia. Il «Birdie» del titolo, che trae ispirazione anche da William Wharton, cerca una via d’uscita dalla struttura metallica rotante di un labirinto. I danzatori tracciano un percorso attraverso un labirinto invisibile in costante movimento sia sul piano verticale sia su quello orizzontale, mentre l’elemento rotante apre nuove forme spaziali e consente un mondo di movimento completamente nuovo. Il concetto e l’anima del pezzo trasmettono l’idea che se neghiamo al mondo trasparenza, capacità di percepire prospettiva e libertà di movimento, questo si ripercuote su di noi come trauma psicologico e fisico. Secondo FrenÁk:
«Tutta la nostra vita è un manicomio. In che misura ciò rappresenti un sintomo della nostra epoca è difficile dirlo. Mi interessava capire come affrontiamo le nostre circostanze personali in questo contesto, se siamo in grado di elevarci dalla nostra stessa costrizione.»

La prima è stata un evento del Budapest Spring Festival, presentato da Müpa Budapest e dal National Dance Theatre.

 

Programma e cast

Danza: Péter Holoda
Dominik Gyugos
Gergő Cserháti
Emma Lőrincz
Zsolt Szlavoszky
Eoin Mac Donncha
Latasha Pugh

Violoncello: Endre Kertész

Creatori:
Musica: Norman Levy
Luci: Máté Vajda
Scenografia: Dániel Lakos, Tervhivatal/Planbureau
Coreografia e concetto: FrenÁk
Costumi: Victoria Frenak
Tecnologia alpina: György Zoltai

Palace of Arts Müpa Budapest

Quando il Müpa Budapest, il nuovo centro culturale dell'Ungheria e della sua capitale, è stato aperto nel 2005, è stato costruito per rappresentare più di 100 anni di storia culturale ungherese. Come conglomerato di luoghi culturali, l'edificio non ha precedenti nell'architettura ungherese del XX secolo e non ha pari in tutta l'Europa centrale.


I creatori di questo ambizioso progetto, la Trigránit Development Corporation, l'appaltatore principale Arcadom Construction e lo studio d'architettura Zoboki, Demeter and Partners, sono stati spinti dal desiderio di creare una nuova cittadella culturale europea come parte del nuovo complesso Millennium City Centre lungo il lungomare del Danubio, patrimonio mondiale dell'UNESCO. Il risultato è una struttura la cui qualità costruttiva, l'aspetto, la funzionalità e l'infrastruttura tecnologica del 21° secolo la rendono ideale per produzioni di altissimo livello. L'edificio è anche molto versatile e attrezzato per ospitare spettacoli di qualsiasi genere e su quasi tutte le scale.

 

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